cicloni

I cicloni tropicali sono sistemi meteorologici di grande scala, caratterizzati da una bassa pressione al centro e da una rotazione dei venti attorno al centro. Si formano soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali degli oceani, dove le acque sono calde e l’umidità è elevata.

Formazione e struttura: i cicloni si sviluppano sopra acque superficiali generalmente superiori a 26,5 °C, in condizioni di basso taglio verticale del vento e di abbondante umidità. Un disturbo atmosferico si organizza in una depressione tropicale, che può intensificarsi in tempesta tropicale e, se i venti sostenuti superano determinate soglie, in ciclone tropicale. Poi, a seconda dell’intensità, si distinguono correntemente in uragano, typhoon o ciclone in base al bacino di osservazione. La struttura tipica comprende un centro relativamente calmo (occhio), un muro di tempeste circostante e bande di pioggia che ruotano verso l’esterno.

Variante regionale e nomenclatura: il termine cambia a seconda della regione. Nell’Atlantico e nel Pacifico orientale si parla di uragano, nell’Asia-Pacifico di typhoon. I nomi delle tempeste vengono assegnati da liste prestabilite dall’ente meteorologico responsabile del bacino.

Impatto e monitoraggio: i cicloni possono provocare venti estremi, maree di tempesta, forti precipitazioni, inondazioni e frane. La sorveglianza si affida a satellite, droni, aerei di ricognizione, boe e radar; le previsioni di traiettoria e intensità guidano l’allerta e le misure di protezione.

L’uso del termine in italiano è equivalente a quello dell’inglese tropical cyclone o cyclone, a seconda del contesto. L’evoluzione futura è oggetto di studi legati al cambiamento climatico, che potrebbe influenzare frequenza, intensità e traiettorie.