Antropomorfismi

L'antropomorfismo è l'attribuzione di caratteristiche, emozioni, intenzioni o forme tipicamente umane a entità non umane, come divinità, animali, oggetti o fenomeni naturali. L'etimologia deriva dal greco anthropos (uomo) e morphe (forma).

Questo modo di pensare è diffuso in molte tradizioni culturali. Nella mitologia e nelle religioni, divinità e spiriti possono assumere sembianze umane o parlare in prima persona. Nella letteratura, nel cinema e nell'arte, l'antropomorfismo facilita la comunicazione di idee complesse attribuendo ai soggetti non umani intenzioni, sentimenti o ruoli sociali umani.

Nella narrativa per bambini e nei cartoni animati, personaggi non umani dotati di voci e psicologie umane sono strumenti efficaci di identificazione e di insegnamento morale. In campi più accademici, l'antropomorfismo viene studiato in etologia, psicologia cognitiva e filosofia come tendenza a proiettare agentività e stato mentale sugli altri esseri viventi o sugli oggetti; spesso si distingue tra attributi mentali attribuiti intenzionalmente e osservazioni descrittive.

Le critiche si concentrano sull'uso eccessivo o ambiguo dell'antropomorfismo, che può distorcere la percezione della realtà, proiettare bias culturali o semplificare fenomeni complessi. Nell'ambito scientifico, si invita a distinguere tra descrizione oggettiva del comportamento e attribuzioni di menti o emozioni non verificabili.

Tra esempi storici e contemporanei si annoverano figure mitologiche, mascotte aziendali e personaggi dei media che, rappresentando l'umana forma, facilitano la comprensione e l'empatia, ma richiedono anche una lettura critica per evitare interpretazioni fuorvianti.