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tensioattivi

I tensioattivi sono composti organici in grado di ridurre la tensione superficiale tra due fasi, tipicamente aria e acqua. Sono ampiamente usati per creare, stabilizzare o modificare emulsioni, rimuovere sporco e oli e facilitare la pulizia. Si distinguono per una porzione lipofila e una porzione idrofila, che ne determina l'affinità con superfici e solventi.

Sono classificati in quattro categorie principali in base alla carica della testa polare: anionici, cationici, non

Le proprietà chiave includono la riduzione della tensione superficiale e la formazione di micelle oltre una

Si usano in detergenti domestici e personali, processi di lavaggio industriale, formulazioni cosmetiche, vernici e rivestimenti,

La sicurezza e l'impatto ambientale variano notevolmente: alcuni tensioattivi sono biodegradabili e poco ecotossici, altri irritano

ionici
e
anfoteri.
Esempi
comuni
includono
sodio
laurilsolfato
(anione),
cationici
come
quaternari
di
ammonio,
non
ionici
come
etossilati
di
alcoli
grassi
e
anfoteri
come
cocamidopropil
betaina.
L'uso
dipende
da
compatibilità,
sensibilità
cutanea
e
ambientale.
certa
concentrazione
(CMC),
che
permette
di
emulsionare
oli
e
sostanze
lipofile.
I
tensioattivi
possono
anche
produrre
schiuma
e
sono
componenti
principali
di
detergenti.
industrie
alimentari
e
nel
recupero
di
petrolio.
In
agricoltura
sono
impiegati
come
adiuvanti
per
migliorare
l'efficacia
di
pesticidi.
o
possono
danneggiare
l'ambiente
acquatico.
L'uso
è
regolato
da
normative
nazionali
ed
europee
(REACH,
CLP)
con
etichettatura
e
restrizioni
su
specifici
composti.
La
scelta
privilegia
biodegradabilità
e
compatibilità.