piccolezza

Piccolezza è un sostantivo femminile che indica la qualità di essere piccolo o di ridotta dimensione, estensione o importanza. Può riferirsi a una misura fisica, a una quantità o al valore percepito di qualcosa; in senso figurato può designare modestia, delicatezza o una mancanza di grandezza d’ingegno o di significato in una situazione. L’uso è comune in contesti poetici, filosofici e letterari, ma ricorre anche nel linguaggio quotidiano per sottolineare la dimensione minuta di elementi rispetto a una scala più ampia.

Etimologia: piccolezza deriva dall’aggettivo piccolo e dal suffisso -ezza, che forma nomi astratti in italiano. La voce è attestata nell’uso moderno come termine neutro o lirico per indicare la qualità di essere piccolo o poco rilevante.

Uso e sfumature: la piccolezza può riferirsi a oggetti concreti (la piccolezza di una scatola, la piccolezza di una quantità) oppure a concetti astratti (la piccolezza dell’esistenza umana, la piccolezza di un dettaglio). In molte espressioni, la parola assume una tonalità contemplativa o umile, evocando una percezione di modestia di fronte a qualcosa di molto più vasto.

Sinonimi e contrari: sinonimi affini includono minutezza o ridotta dimensione; contrari sono grandezza, vastità o immensità. La scelta tra piccolezza e altri termini dipende dall’operazione stilistica e dal contesto semantico.

Note: in italiano moderno, piccolezza tende a comparire con valore descrittivo o lirico, raramente come semplice sinonimo di piccolissimo; può concorrere a creare una mood di delicatezza o di riflessione sulla scala delle cose.