antisolubilizzanti

Gli antisolubilizzanti sono sostanze in grado di diminuire la solubilità di un soluto in un solvente o in una miscela di solventi, favorendo la precipitazione o la cristallizzazione.

Il meccanismo si basa sul fatto che lantisolubilizzante, pur essendo miscibile con il solvente, riduce la solvatazione del soluto, modificando proprietà come polarità o dielectricità. L'introduzione in una soluzione satura può provocare supersaturazione e nucleazione, influenzando lo sviluppo cristallino.

Esempi comuni includono l’uso dell'acqua come antisolvente per composti organici solubili in solventi organici, e la selezione di solventi come etanolo o acetone abbinati ad antisolventi. Le tecniche sono impiegate per preparare particelle fini o cristalli con caratteristiche controllate.

Le principali applicazioni si riscontrano in farmacia per la preparazione di nanoparticelle o cristalli di principi attivi, nell’industria dei pigmenti e in processi di purificazione e cristallizzazione di composti organici. L’uso degli antisolubilizzanti consente spesso una precipita­zione rapida e una maggiore possibilità di controllare dimensione e morfologia.

Aspetti pratici includono controllo di temperatura, rapporto solvente/antisolvente, velocità di aggiunta e miscelazione. I vantaggi includono rapidità e possibilità di tuning delle proprietà dei cristalli; le limitazioni riguardano la nucleazione non uniforme, la gestione dei residui di solvente e i requisiti di compatibilità ambientale ed economica.

Voci correlate: antisolvente, cristallizzazione, precipitazione assistita.