nebulizzazione

La nebulizzazione è una tecnica medica per somministrare farmaci sotto forma di aerosol inalabile, permettendo l’entrata diretta del medicinale nelle vie respiratorie. Viene impiegata soprattutto per malattie delle vie aeree superiori e inferiori e per trattare condizioni in cui è utile raggiungere rapidamente i bronchi e i polmoni, come nel trattamento acuto o cronico di asma, BPCO, fibrosi cistica e bronchioliti, così come per fluidificare muco e idratare le vie aeree in alcuni contesti pediatrici.

Dispositivi e principi: i nebulizzatori trasformano una soluzione liquida in una nebbia di particelle finissime. I principali tipi sono i nebulizzatori a compressore (jet), i nebulizzatori ultrasonici e quelli a rete (mesh). Le particelle hanno dimensioni ottimali di circa 1–5 micrometri per raggiungere le vie aeree inferiori; dimensioni diverse possono depositarsi maggiormente nelle vie superiori o nell’alveolare. Le soluzioni possono contenere broncodilatatori, corticosteroidi, mucoliti o soluzioni saline ipertoniche o isotoniche.

Medicamenti comuni e indicazioni: broncodilatatori (ad es. salbutamolo o ipratropio), corticosteroidi inalatori come budesonide, mucoliti come acetilcisteina e soluzioni saline ipertoniche. È impiegata anche per somministrare farmaci nel trattamento di malattie respiratorie pediatriche o in pazienti che non possono utilizzare spray pressurizzati.

Somministrazione e considerazioni: l’aerosol viene inalato tramite bocca o mascherina, con durata tipica di 5–15 minuti a seconda della dose. A volte è consigliato utilizzare un broncodilatatore prima della nebulizzazione per ridurre il rischio di broncospasmo. È fondamentale utilizzare soluzioni sterile e seguire le istruzioni di pulizia e sostituzione dei componenti del nebulizzatore per prevenire infezioni.

Sicurezza e manutenzione: evitare la riutilizzazione impropria delle soluzioni, mantenere l’igiene del dispositivo, lavare e asciugare le parti dopo l’uso e sostituire i componenti secondo le indicazioni del produttore. L’uso improprio o la condivisione di dispositivi può aumentare il rischio di infezioni.