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trasposoni

I trasposoni, o elementi trasponibili, sono sequenze di DNA in grado di muoversi da una posizione all’altra all’interno del genoma. Il loro movimento può provocare mutazioni, modificare l’espressione genica e contribuire alla variazione genetica e all’evoluzione genomica. Sono diffusi in batteri, archei e eucarioti; la loro attività è spesso regolata dall’ospite tramite meccanismi epigenetici che ne sopprimono o modulano l’espressione.

La classificazione principale distingue due grandi classi. I retrotrasposoni (classe I) si spostano tramite un intermediario

L’impatto dei trasposoni sul genoma è significativo: possono generare mutazioni neutre o deleteri, creare nuovi siti

Storicamente, l’indagine sui trasposoni è associata a Barbara McClintock, che negli anni ’40 e ’50 osservò la

di
RNA:
l’informazione
genetica
viene
trascritta
in
RNA,
poi
copiata
in
DNA
tramite
una
reverse
transcriptase
e
infine
inserita
in
una
nuova
posizione
del
genoma
(meccanismo
copy-and-paste).
Tra
i
retrotrasposoni
si
trovano
elementi
LTR
e
elementi
non-LTR,
come
LINEs
e
SINEs.
I
trasposoni
di
DNA
(classe
II)
si
spostano
direttamente
come
DNA,
spesso
mediante
un’enzima
chiamato
transposasi;
possono
operare
con
il
meccanismo
cut-and-paste
(taglia
e
incolla)
o,
meno
comunemente,
con
copie
replicative.
regolatori,
guidare
riarrangiamenti
genomici
e
contribuire
all’espansione
del
genoma.
Le
cellule
ospiti
hanno
sistemi
di
silenziamento,
come
metilazione
e
piccoli
RNA,
per
controllarne
l’attività.
Un
esempio
ben
studiato
è
quello
dei
retrotrasposoni
umani,
come
LINE-1
(L1)
e
Alu,
presenti
in
quantità
rilevanti
nel
genoma.
mobilità
degli
elementi
nei
mais,
dando
origine
al
concetto
di
geni
mobili;
per
questa
scoperta
ricevette
il
Nobel
nel
1983.