trasfigurazione

La trasfigurazione è un termine che indica un cambiamento significativo nell’aspetto, nell’essenza o nella forma di qualcosa o qualcuno, spesso connotato come rivelazione o passaggio da uno stato a un altro. L’etimologia rimanda al latino transfigurare, da trans- “oltre” e figura “forma, volto”. In senso generale è usato in ambiti religiosi, artistici, letterari e culturali.

Nel cristianesimo, la Trasfigurazione di Gesù è un episodio narrato nei vangeli sinottici (Matteo 17:1-9; Marco 9:2-8; Luca 9:28-36). Gesù, insieme ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, si trasfigura: il volto gli brilla come il sole e gli abiti diventano candidi; compaiono Mosè ed Elia, e una voce dal cielo proclama che Gesù è il Figlio amato. L’evento è interpretato come rivelazione della divinità di Gesù e come anticipazione della gloria che seguirà la sofferenza. Nella liturgia cattolica e in molte tradizioni occidentali è celebrato il 6 agosto; le Chiese orientali possono osservare la festa in date diverse a seconda del calendario liturgico.

In arte e iconografia la trasfigurazione è rappresentata come un momento di luce divina che irradia la figura di Cristo, spesso accanto a Mosè ed Elia, con una cornice di discepolato assonnato o stupito. La tematica serve anche come figura retorica: descrive una trasformazione radicale dell’aspetto o dell’identità, spesso come simbolo di rinascita, rivelazione o liberazione.

In uso laico, la parola designa quindi qualsiasi metamorfosi profonda che riveli una realtà nascosta o interiorizzata, presente in letteratura, filosofia e critica culturale.