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presupposti

Presupposti, nel linguaggio e nella filosofia del linguaggio, sono contenuti di fondo che accompagnano un enunciato e si danno per scontati. Si tratta di assunzioni non esplicitamente affermate dall’enunciato, ma necessarie perché la proposizione abbia senso, e tendono a sopravvivere a negazioni, domande o variazioni del contesto.

Esempi comuni includono contenuti di esistenza o di stato. Per esempio, “Ho smesso di fumare” presuppone che

Nella teoria della semantica e della pragmatica, i presupposti vengono distinti dalle implicature e dalle proposizioni

Le presupposizioni hanno implicazioni pratiche per la comunicazione: influenzano la coerenza discorsiva, la gestione del contesto

prima
si
fumasse;
“Il
re
di
Francia
è
calvo”
presuppone
l’esistenza
di
un
re
di
Francia.
Altri
indizi
includono
descrizioni
definite
come
“l’attuale
presidente”
e
verbi
o
costrutti
che
indicano
cambiamenti
di
stato,
come
“è
appena
arrivato”
o
“ha
cessato
di
fare
qualcosa”.
I
presupposti
sono
quindi
parti
di
fondo
che
l’utente
considera
vere
per
interpretare
correttamente
l’enunciato.
esplicite.
Una
caratteristica
chiave
è
la
loro
proiezione:
spesso
si
projettono
oltre
la
negazione,
le
domande
o
altre
modifiche
di
contesto,
rimanendo
valide
anche
quando
l’affermazione
principale
viene
svalutata
o
rifiutata.
Esistono
diverse
tipologie
di
presupposti,
come
quelli
di
esistenza,
di
stato
o
di
contesto,
studiati
sia
in
ambito
logico
sia
linguistico.
e
l’interpretazione
delle
frasi
in
conversazioni
reali.
Sono
oggetto
di
studio
in
linguistica
pragmatica,
filosofia
del
linguaggio
e
scienze
cognitive,
con
un’attenzione
continua
a
come
si
formano,
si
propagano
e
si
accomodano
nel
dialogo.