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pluripotenta

Le cellule pluripotenti sono cellule in grado di differenziarsi in quasi tutti i tipi cellulari dell’organismo, derivanti dai tre foglietti germinativi: ectoderma, mesoderma ed endoderma. A differenza delle cellule totipotenti, le cellule pluripotenti non hanno la capacità di formare tessuti extraembrionici come la placenta. La pluripotenza è osservabile in cellule staminali embrionarie e in cellule staminali pluripotenti indotte.

Le cellule staminali embrionarie (CSE) si ottengono dall’innervo del blastocisto e, in coltura, conservano la capacità

Le proprietà tipiche includono l’auto-rinnovamento indefinito in condizioni adeguate e la capacità di differenziarsi in numerosi

Applicazioni: ricerca sullo sviluppo, modellizzazione di malattie, screening farmacologico e potenziali terapie rigenerative. In campo clinico,

di
autoregolarsi
e
di
dare
origine
a
derivati
di
tutti
e
tre
i
germogli.
Le
cellule
staminali
pluripotenti
indotte
(iPSC)
sono
generate
ri-programmando
cellule
somatiche
mediante
l’introduzione
di
fattori
di
trascrizione,
comunemente
OCT4,
SOX2,
KLF4
e
c-MYC.
Le
iPSC
consentono
di
ottenere
cellule
pluripotenti
senza
utilizzare
embrioni,
aprendo
nuove
possibilità
etiche
e
pratiche.
tipi
cellulari,
come
neuroni,
cardiomiociti,
epatociti
e
cellule
pancreatiche,
sotto
segnali
appropriati.
Tuttavia,
le
cellule
pluripotenti
non
si
differenziano
automaticamente
in
organi
completi
e
richiedono
controllo
sperimentale
mirato
per
indirizzarne
lo
sviluppo.
l’impiego
diffuso
è
limitato
da
rischi
quali
instabilità
genomica,
differenziazione
incompleta
e
potenziale
formazione
di
teratomi,
oltre
a
questioni
etiche
e
regolatorie.
Storicamente,
la
scoperta
delle
CSE
risale
agli
anni
’90,
mentre
l’emergere
delle
iPSC,
nel
2006–2007,
ha
trasformato
il
panorama
della
pluripotenza
umana.