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licenziamento

Il licenziamento è l’atto unilaterale con cui il datore di lavoro interrompe un rapporto di lavoro subordinato. In diritto del lavoro italiano esso si distingue in tre categorie principali: per giusta causa, per giustificato motivo soggettivo e per giustificato motivo oggettivo. La giusta causa è una situazione grave o un comportamento del lavoratore che rende impossibile la continuazione del rapporto. Il giustificato motivo soggettivo riguarda ragioni legate al comportamento o alle prestazioni del dipendente. Il giustificato motivo oggettivo è motivato da esigenze organizzative, produttive o economiche dell’impresa.

È previsto anche il licenziamento collettivo, utilizzato quando è necessaria la riduzione di una parte significativa

Per essere valido, il licenziamento deve essere comunicato per iscritto e motivato. Il periodo di preavviso,

Se il licenziamento è ritenuto nullo o illegittimo, il lavoratore può chiedere la reintegrazione nel posto

Il datore di lavoro e il lavoratore possono rivolgersi al giudice del lavoro per accertare l’esistenza e

del
personale.
In
questi
casi
è
richiesta
una
procedura
specifica
che
prevede
il
coinvolgimento
delle
rappresentanze
sindacali
e,
se
previsto,
l’attivazione
di
misure
di
sostegno
al
reddito
per
i
lavoratori
interessati.
previsto
dal
contratto
o
dal
accordo
collettivo,
va
rispettato;
in
caso
di
mancato
preavviso
è
dovuta
un’indennità
sostitutiva
del
preavviso.
di
lavoro
o,
in
alternativa,
un’indennità
economica
prevista
dalla
normativa
vigente,
a
seconda
delle
circostanze
e
della
tipologia
di
licenziamento.
Discriminazioni,
licenziamenti
ingiustificati
o
violazioni
dei
diritti
fondamentali
sono
soggetti
a
tutele
particolari.
la
legittimità
del
licenziamento.