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impurezze

Impurzze, in ambito scientifico e industriale, indicano sostanze presenti in un materiale che non fanno parte della sua composizione ideale o intenzionalmente aggiunta e che possono essere presenti in tracce. La presenza di impurità può influire sulle proprietà fisiche, chimiche, biologiche e sulla sicurezza del prodotto.

In chimica e nei materiali, le impurità si classificano in impurità di processo (sostanze residue del metodo

Analisi e misurazione: le impurità si identificano mediante tecniche analitiche quali cromatografia (HPLC, GC), spettroscopia (UV-Vis,

In farmacologia, la presenza di impurità è strettamente regolata: linee guida come ICH Q3A (impurità organiche

Purificazione e controllo: per rimuoverle si ricorre a distillazione, cristallizzazione, filtrazione, cromatografia e scambio ionico; in

L’analisi accurata delle impurità è essenziale in produzioni chimiche, farmaceutiche e ambientali, dove i limiti di

di
sintesi),
impurità
strutturali
(difetti
cristallini),
impurità
legate
(come
solventi
residui,
colloidi)
e
contaminanti
esterni.
La
loro
natura
e
concentrazione
determinano
proprietà
come
punto
di
fusione,
purezza,
reattività
e,
nei
casi
biologici,
tossicità.
IR,
NMR),
spettrometria
di
massa
e
spettroscopia
ICP-MS.
Si
definiscono
limiti
di
impurità
o
soglie
di
rilevabilità;
la
profilazione
delle
impurità
considera
le
quantità
relative
e
i
possibili
effetti
tossicologici
o
funzionali.
nei
farmaci)
e
Q3B
(impurità
in
prodotti
di
decomposizione)
definiscono
limiti
massimi.
Nei
settori
alimentare
e
idrico,
norme
pubbliche
fissano
limiti
per
metalli
pesanti,
solventi
organici
e
contaminanti.
metalli
si
usano
raffinazione
e
elettrolisi.
L'adeguata
purificazione
è
cruciale
per
garantire
qualità,
sicurezza
e
prestazioni
del
prodotto.
tolleranza
dipendono
dal
contesto
e
dalla
normativa
vigente.