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aerofotogrammetriche

L'aerofotogrammetria è una branca della fotogrammetria che utilizza fotografie aeree per ricavare informazioni metriche sul territorio. Attraverso l'analisi stereoscopica e tecniche di orientamento, consente di ottenere prodotti quali ortofoto, modelli digitali del terreno (DTM) e modelli tridimensionali (DSM), utili per la rappresentazione planimetrica e l'analisi topografica.

Le tecniche aerofotogrammetriche includono l’orientamento interno della fotocamera (calibrazione delle lenti e delle dimensioni dell’immagine) e

Il flusso di lavoro tipico prevede: pianificazione del volo e acquisizione di immagini in coppie o blocchi,

Le principali applicazioni comprendono cartografia e pianificazione territoriale, ingegneria civile e infrastrutture, gestione delle risorse naturali,

Storia e stato attuale: nata nel XIX secolo con la fotografia aerea, l’aerofotogrammetria si è sviluppata nel

l’orientamento
esterno
(posizione
e
orientazione
delle
foto
rispetto
al
terreno),
nonché
la
parallasse
tra
immagini
adiacenti.
L’elaborazione
può
avvenire
con
metodi
fotogrammetrici
tradizionali
o
digitali;
nella
pratica
moderna
si
usa
la
regolazione
a
pacchetto
(bundle
adjustment)
per
ottimizzare
le
posizioni
delle
immagini
e
la
geometria
della
scena.
correzione
radiometrica,
orientamento
delle
foto,
generazione
di
ortofoto
e
modelli
3D,
e
valutazione
dell’accuratezza
tramite
controlli
a
terra.
monitoraggio
ambientale,
agricoltura
di
precisione,
archeologia
e
gestione
delle
emergenze,
inclusa
l’analisi
post-disastro.
XX
secolo
come
metodo
metricamente
affidabile.
Con
l’adozione
delle
tecnologie
digitali,
dagli
anni
’90
si
è
trasformata
in
un
flusso
di
lavoro
digitale,
spesso
integrando
dati
LiDAR
e
immagini
acquisite
da
droni.
Oggi
è
una
tecnica
consolidata
per
cartografia,
pianificazione
del
territorio
e
monitoraggio
ambientale,
con
pratiche
di
controllo
dell’accuratezza
e
standard
tecnici
ben
definiti.