scrupolosità

Scrupolosità è la qualità di chi agisce con grande attenzione ai dettagli, alla correttezza e alle norme. In italiano comune, una persona scrupolosa è diligente, metodica e affidabile nel seguire regole, procedure e standard professionali. Il termine può indicare sia una valutazione positiva della precisione sia, in alcuni contesti, un eccesso di perfezionismo o di preoccupazione morale.

Etimologia: deriva dal latino scrupulus, diminutivo di scrupus, che significava "pietra in una scarpa" e, per estensione, una molestia o una preoccupazione. Da questo è nata l'accezione di dubbio o di conflitto etico, che ha poi esteso il senso a indicare una rigorosa coscienza e un desiderio di conformità alle norme morali.

In campo clinico, scrupolosità indica una manifestazione del disturbo ossessivo-compulsivo nota come scrupulosità, spesso accompagnata da scrupoli religiosi o etici. Le persone possono avere dubbi persistenti sulla propria condotta, sensi di colpa intensi e rituali volti a ridurre l'angoscia — ad esempio preghiere ripetute, confessioni frequenti o controlli mentali e comportamentali. Questi sintomi interferiscono con la vita quotidiana e causano distress significativo.

Trattamento: la scrupolosità patologica è trattata con psicoterapia cognitivo-comportamentale, in particolare esposizione con prevenzione della risposta (ERP), talora associata a farmaci antidepressivi di tipo SSRI. Il successo dipende da gravità e pronti interventi; molti pazienti ottengono miglioramenti sostanziali, ma possono richiedere un percorso prolungato.