nellinterdizione

Nell’interdizione è una misura del diritto civile italiano che riguarda la dichiarazione di incapacità di una persona a compiere autonomamente gli atti della vita civile. L’interdizione mira a proteggere la persona e i suoi beni, attribuendo la rappresentanza e la gestione della persona e/o del patrimonio a un tutore o a un curatore nominati dal giudice.

In genere, l’interdizione è una decisione giudiziaria pronunciata dal tribunale, anche se l’istituto è stato integrato da strumenti meno invasivi quali l’amministrazione di sostegno. L’interdizione può essere totale, limitando gravemente la capacità di agire della persona, e comporta la nomina di un tutore per la persona e, se necessario, di un curatore per la gestione dei beni. Le capacità residue della persona interdetta restano subordinate all’intervento del tutore o del curatore, che agiscono nell’interesse dell’interdetto.

La procedura tipica prevede una petizione da parte di familiari, del pubblico ministero o di altri soggetti interessati, accompagnata da perizie mediche e valutazioni volti a accertare l’inadeguatezza permanente della persona a governarsi e a gestire i propri beni. Il tribunale valuta la domanda e, se ritiene fondato il rischio o la perdita di autosufficienza, emette una sentenza di interdizione e nomina i soggetti che dovranno rappresentare e amministrare gli interessi della persona. L’interdizione può essere revocata o modificata se le condizioni sanitarie o la situazione patrimoniale cambiano nel tempo.

Nell’interdizione, la persona colpita conserva alcuni diritti fondamentali, ma atti rilevanti richiedono l’assenso del tutore o del curatore. Su alternative meno invasive, quali l’amministrazione di sostegno, si basano spesso decisioni che mirano a preservare l’autonomia della persona pur assicurando protezione e assistenza.