grandiosità

Grandiosità è il sostantivo che indica la qualità di essere grandioso: un'eccessiva ampiezza, maestà o pompa che spesso risulta sproporzionata o presuntuosa rispetto alla realtà. Può riferirsi a opere, discorsi o atteggiamenti che mirano a impressionare mediante grandezza, magniloquenza e ostentazione. In uso comune la parola assume una connotazione critica o negativa, anche se in contesti artistici o architetturali può designare intenzioni stilistiche legittime.

Etimologia: deriva dal latino grandiosus, da grandis “grande”. In italiano si è diffusa con significato legato al senso di grandezza e sfarzo, sia in ambito descrittivo sia valutativo.

In retorica e critica d’arte, la grandiosità descrive uno stile caratterizzato da ampiezza formale, elaborazione elevata e uso di metafore o elenchi solenni. Può essere efficace per creare risonanza o risultare esagerata e fuori misura, a seconda del contesto e degli obiettivi comunicativi.

Nell’architettura e nel design, la grandiosità designa opere monumentali o scenografiche che impongono presenza visiva e senso di potere, talvolta a fini commemorativi o rappresentativi. Può essere valorizzata per la partecipazione al racconto storico di una comunità, ma è spesso oggetto di critica se percepita come eccessiva o vuota.

In campo psicologico-clinico, si parla di deliri di grandezza (deliri grandiosi) come sintomo di certe condizioni psichiatriche, e, a livello di tratto, può emergere in disturbi della personalità, come il disturbo narcisistico. In questi contesti la grandiosità è distinta dall’estetica e dall’apparato simbolico.

Nel discorso culturale, la grandiosità può indicare sia progetti ambiziosi sia criticamente rilevati eccessi di pomperezza, spesso al centro di dibattiti su monumentalità pubblica, potere rappresentativo e marketing.