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bioinorganici

Bioinorganici è un termine utilizzato per riferirsi alla bioinorganica, cioè allo studio del ruolo degli elementi inorganici nei sistemi biologici. Il campo esamina come ioni metallici, cofattori inorganici e cluster metallici partecipino a processi vitali quali catalisi enzimatica, trasferimento di elettroni, immagazzinamento di energia, trasporto di gas e stabilità strutturale delle proteine.

Elementi chiave e concetti

Gli elementi studiati includono ferro, rame, zinco, manganese e magnesio, insieme a micrometalli come molibdeno, cobalto

Esempi emblematici

Tra gli esempi più noti vi sono l’eme contenente ferro, presente in emoglobina e myoglobina; i cluster

Metodi di studio

La bioinorganica impiega tecniche quali spettroscopie UV-Vis, EPR, Mössbauer, rivelazioni di raggi X, XANES/EXAFS, cristallografia a

Significato e prospettive

Le ricerche bioinorganiche hanno implicazioni in medicina, ecologia e biotecnologie, guidando lo studio delle metalloproteine, lo

e
nichel.
Spesso
l’elemento
è
presente
nel
sito
attivo
di
un
enzima
o
come
cofattore
prostetico,
coordinato
da
ligandi
proteici
quali
istidina,
cisteina
o
gruppi
porfirinici.
La
bioinorganica
analizza
anche
la
dinamica
redox,
l’energia
immagazzinata
e
i
meccanismi
di
metallo-azione
all’interno
delle
proteine.
Fe-S
nei
sistemi
di
trasporto
di
elettroni
e
nelle
proteine
respiratorie;
il
magnesio
al
centro
della
clorofilla;
i
centri
metallico-enzimatici
della
carbonic
anhydrase
(Zn)
e
della
citocromo
c
ossidasi
(Cu/Fe);
il
cofattore
della
vitamina
B12
contenente
cobalto;
il
molibdeno
e
il
ferro
nella
nitrogenasi;
il
manganese
nei
centri
di
fotosistema
II;
il
nickel
in
ureasi
e
in
alcune
hydrogenasi.
raggi
X,
elettrochimica
e
tecniche
di
imaging
per
characterizzare
strutture,
stati
di
ossidazione
e
meccanismi.
sviluppo
di
terapie
per
avvelenamenti
da
metalli
e
la
progettazione
di
catalisi
biomimetica
per
applicazioni
industriali.