Paleoendemismi

Il paleoendemismo è un concetto della biogeografia che descrive la presenza di specie o linee evolutive antiche con una distribuzione geografica molto limitata, rappresentanti resti di popolazioni che un tempo erano molto più diffuse. Le entità paleoendemiche sono tipicamente endemiche a livello locale e mantengono tratti ancestrali nel corso di lunghi intervalli geologici.

Il fenomeno si distingue dal neoendemismo, che riguarda specie o gruppi recentemente evoluti con distribuzioni ristrette a seguito di nuove speciations o di processi recenti di isolamento. Il paleoendemismo mette l’accento sulla longevità di linee antiche, non sulla loro recente origine.

Cause principali includono la persistenza in rifugi ecologici durante fluttuazioni climatiche, l’isolamento geografico in isole, bacini montani o aree di habitat stabili, e una limitata capacità di dispersione. Queste condizioni favoriscono la conservazione di linee evolutive antiche che sopravvivono in ambienti particolarmente protetti o poco soggetti a cambiamenti drastici.

Esempi e rilevanza: in fauna, la tuatara (Sphenodon punctatus) della Nuova Zelanda è spesso citata come una linea Rhynchocephalia sopravvissuta dall’era mesozoica. In flora, il Ginkgo biloba è comunemente considerato un esempio classico di relict fossile vivente. Nelle foreste lauri di Macaronesia si osservano numerosi endemismi paleoendemici. Per la conservazione, i paleoendemismi tendono a essere rari e vulnerabili, dipendendo da habitat isolati particolarmente sensibili a perturbazioni ambientali.