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paracentese

La paracentesi, o paracentesi, è una procedura diagnostica e terapeutica che consiste nell’aspirazione di fluido peritoneale dalla cavità addominale tramite puntura o catetere. Viene impiegata per rimuovere ascite, per alleviare sintomi come dispnea o dolore addominale e per ottenere fluidi per analisi di laboratorio.

Indicazioni principali sono: diagnosi dell’eziologia dell’ascite (ascite di origine incerta), sospetta peritonite batterica spontanea, controllo sintomatico

Tecnica: eseguita in ambiente sterile, con anestesia locale; in molti centri si adotta la guida ecografica.

Trattamento post-procedura: per rimuovere grandi volumi (>5 L) si usa l’infusione di albumina endovenosa per prevenire

Complicazioni includono sanguinamento, infezione del punto di puntura, lesioni viscerali e, rare volte, ipotensione o diarrea.

dell’ascite
in
condizioni
come
cirrosi
epatica,
insufficienza
cardiaca
o
neoplasie.
Controindicazioni
includono
coagulopatie
non
corrette
o
infezione
del
sito
di
puntura;
in
alcuni
casi
è
valutata
con
cautela
in
presenza
di
patologie
che
aumentano
il
rischio
di
complicanze.
L’accesso
si
effettua
di
preferenza
in
regione
subombilicale
o
in
quadranti
inferiori,
con
puntura
lenta
per
ridurre
il
rischio
di
lesioni.
Dopo
l’aspirazione
si
inviano
campioni
di
fluido
ascitico
per
esami:
conta
cellulare
con
differenziale,
citologia,
coltura,
proteine
e
albumina.
La
gradiente
sieroglobina-ascitato
(SAAG)
si
ottiene
sottraendo
l’albumina
ascitica
da
quella
sierica:
un
SAAG
≥
1,1
g/dL
indica
ascite
correlata
all’ipertensione
portale,
tipica
della
cirrosi
o
altre
malattie
epatiche.
la
sindrome
da
ritiro
di
ascite;
la
dose
tipica
è
circa
6–8
g
di
albumina
per
litro
di
fluido
rimosso.
L’uso
di
tecnica
sterile
e,
quando
possibile,
di
guida
ecografica
riduce
i
rischi.