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intenzionalità

Intenzionalità è una nozione centrale della filosofia della mente e della fenomenologia. Introdotta da Franz Brentano, essa descrive la proprietà dei fenomeni mentali di essere diretti verso oggetti o contenuti: gli atti mentali hanno una direzione, un contenuto o “aboutness” che li collega a qualcosa al di fuori di sé. In questa prospettiva la mente è costantemente rivolta verso qualcosa, anche quando tale oggetto non esiste realmente.

Una distinzione chiave è tra l’attività mentale (l’atto) e il contenuto a cui è rivolta. L’atto può

Nella tradizione fenomenologica, soprattutto attraverso Husserl, si distingue tra noesi (l’atto stesso) e noema (il contenuto

Debolezze e sviluppi odierni includono dibattiti sulla generalità dell’intenzionalità, la sua spiegazione naturalistica e il ruolo

essere
percezione,
credenza,
desiderio,
immaginazione,
paura,
ecc.;
il
contenuto
è
ciò
di
cui
l’atto
parla
o
rispetto
a
cui
è
orientato.
L’oggetto
intenzionale,
o
noema,
può
essere
reale,
fittizio
o
inesistente;
esempi
tipici
includono
la
credenza
che
sia
giorno,
l’immaginazione
di
un
drago,
o
l’allucinazione
del
re
del
mondo
attuale.
L’idea
dell’oggetto
inesistente
è
centrale
nel
discorso
sull’intenzionalità:
si
ritrova
in
là
dove
l’atto
mentale
riferisce
a
entità
non
presenti.
dell’atto).
Questo
permette
un’analisi
accurata
della
relazione
tra
soggetto
e
contenuto,
nonché
della
modificabilità
del
contenuto
in
atti
diversi
(percezione,
memoria,
immaginazione).
dell’intenzionalità
nelle
scienze
cognitive
e
nell’intelligenza
artificiale,
dove
si
discute
se
le
macchine
possano
avere
una
forma
di
intenzionalità
o
se
possano
solo
simulare
l’aboutness.