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frequentisti

I frequentisti sono sostenitori di una specifica interpretazione della probabilità, nota come frequentismo. Secondo questa impostazione, la probabilità è la frequenza relativa di un evento all’interno di una lunga serie di esperimenti o di campioni ripetuti. Le probabilità non descrivono stati di conoscenza soggettiva, ma proprietà oggettive dei fenomeni aleatori che emergono solo in regime di ripetibilità.

Le principali procedure inferenziali frequentiste includono stime di parametri tramite metodi come la massima verosimiglianza o

Storia e sviluppo: le idee chiave hanno radici nel lavoro di statistici come Ronald Fisher, Jerzy Neyman

Confronto con altre scuole di statistica, in particolare il Bayesianesimo, evidenzia differenze fondamentali: i frequentisti non

Le critiche comuni riguardano l’interpretazione pratica degli intervalli di confidenza e dei p-value, la dipendenza dai

altre
stime
puntuali,
e
intervalli
di
confidenza
che
esprimono
quanto
spesso
un
parametro
reale
verrebbe
contenuto
in
intervalli
calcolati
da
campioni
indipendenti.
Nell’ipotesi
nulla,
i
frequentisti
usano
test
di
ipotesi
e
p-value
per
valutare
la
compatibilità
dei
dati
con
l’ipotesi
nulla,
controllando
errori
di
tipo
I
e
II
e
la
potenza
del
test,
spesso
fissando
una
soglia
di
significatività
(alpha).
e
Egon
Pearson,
che
hanno
contribuito
a
concetti
quali
intervalli
di
confidenza,
test
di
ipotesi
e
controllo
degli
errori
nelle
procedure
di
campionamento.
incorporano
a
priori
informazioni
soggettive
e
interpretano
la
probabilità
come
frequenza
di
lungo
periodo
piuttosto
che
come
grado
di
credenza.
disegni
di
studio
e
la
tendenza
a
trascurare
l’incorporazione
di
informazione
a
priori.
I
sostenitori
frequentisti
ritengono
che
forniscano
procedure
oggettive,
riproducibili
e
affidabili
per
l’inferenza
statistica.