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spettacolarizzazione

Spettacolarizzazione è un termine usato nelle scienze sociali per descrivere il processo mediante il quale la vita sociale, le istituzioni e le pratiche culturali si orientano sempre più verso lo spettacolo: immagini, performance ed esperienze emozionali diventano i principali mezzi di comunicazione, attrazione e legittimazione. In questa prospettiva, la politica, i media, l’economia e l’urbanistica assumono una forma spettacolarizzata in cui l’apparenza, l’immediatezza e la promozione del prodotto o della figura prevalgono sul contenuto sostanziale e sulle complicanze delle questioni pubbliche.

Il concetto richiama riferimenti alla teoria della società dello spettacolo e ha trovato ampia applicazione nell’analisi

Meccanismi chiave includono la teatralizzazione della politica (comizi, lanci, gesti pubblicitari), la copertura sensazionalista dei fatti,

Effetti: può stimolare partecipazione e discussione pubblica, ma tende a privilegiare l’immagine rispetto alle questioni sostanziali,

Critiche: la spettacolarizazione è vista come una riduzione della democrazia, manipolazione dell’opinione pubblica e normalizzazione della

Voci correlate: La società dello spettacolo, politica dell’immagine, cultura dell’evento, branding, pubblico-privato.

italiana
e
internazionale
a
partire
dalla
seconda
metà
del
XX
secolo.
Si
riferisce
all’aumento
di
immagini
mediatiche,
branding,
eventi
mediatici
e
alla
diffusione
di
meccanismi
di
feedback
in
tempo
reale
tramite
i
social
media,
che
contribuiscono
a
definire
norme
di
comunicazione,
consumo
e
potere.
la
promozione
di
figure
famose
o
carismatiche,
e
l’uso
di
grandi
eventi
come
strumenti
di
sviluppo
urbano
e
di
investimenti
commerciali.
La
tecnologia
digitale
amplifica
la
diffusione
del
contenuto
spettacolare,
generando
una
economia
dell’attenzione.
riduce
i
processi
decisionali
a
esibizioni
e
alimenta
cinismo
o
passività.
Può
anche
contribuire
a
dinamiche
di
potere
disuguali
e
alla
cultura
della
superficie.
spettacolarità.
Alcuni
studiosi
evidenziano
che
può
aprire
spazi
di
partecipazione
o
resistenza,
soprattutto
quando
attiva
contropoteri
o
pratiche
di
alfabetizzazione
mediatica.